Ridurre l’io secondo l’influente comando dell’avanguardia ufficiale degli anni Sessanta significa per Giulia Niccolai metterlo tra virgolette, trasformarlo in una citazione presa da altri, farne un testo preso in prestito. E’ un lavoro compiuto a cavallo tra due lingue e due tradizioni letterarie, il nonsense anglosassone e la neoavanguardia italiana, che produce una varietà straordinaria di sperimentazioni come le tavole di poesia visiva di Humpty Dumpty, i nonsense geografici di Greenwich o libro artigianale e d’artista Poema & oggetto.
Presentazione di “L’io di carta” di Giacomo Tinelli. Con Giacomo Tinelli intervengono Daniele Giglioli e Barbara Anceschi, venerdì 10 marzo alle 18.30, alla Libreria Popolare di via Tadino 18, Milano
u pani
i nnoma e i forma dû pani sunnu assà
cudduredda mmiscata muffuletta mmirogghia
ma u pani resta sempri
un
Quella cosa che ha così poco a che fare col dire e con lo scrivere, è la scrittura di Monica Palma. Nei poemi che compongono Fabula grande la sua scrittura la spia, si installa, occupa le stanze della casa, le lancette del tempo, esce, incontra e depone gli agguati della parola, si prende tutto quello che non si trasforma, si fa occhio. Si fa.
Una raccolta di “documenti” nel senso di ‘testimonianze scritte’ o di ‘attestazioni di identità’, destinati, a sessant’anni dalla nascita del Gruppo 63, a aprire su un nuovo piano un confronto con quella stagione letteraria.
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